CASTELLO DI MADRIGNANO
Il
castello Malaspina è stato un edificio difensivo situato sovrastante il borgo di Madrignano a
Calice al Cornoviglio, nella media e bassa
val di Vara in
provincia della Spezia. L'edificio con i suoi 400 metri circa di altitudine domina dall'alto l'ampia piana del fiume Vara fino al suo naturale sbocco nella zona costiera.
Una prima citazione del castello malaspiniano è datata in un diploma imperiale di
Federico Barbarossa, risalente al
1164[1], nella quale espressamente viene concesso il
castrum Madrognani ad Obizzo Malaspina. Probabilmente il castello, o un suo primario impianto, fu edificato in un tempo anteriore a quel documento, forse durante la dominazione degli
Estensi o dei
conti-vescovi di Luni[1].
Dal
1206[1] la proprietà sul feudo di Madrignano - e quindi del relativo castello - fu assoggetta esclusivamente alla famiglia
Malaspina che ne mantenne il dominio fino al
1416[1], anno dell'assalto e distruzione operata dalla
Repubblica di Genova negli scontri che interessarono tutto il territorio feudale dei Malaspina. Alla famiglia malaspiniana subentrarono i conti
Fieschi[1].
Conquistato poco tempo dopo dai conti di
Mulazzo e ancora ripreso dalla famiglia fliscana per un breve periodo, solamente nel
1469 il castello ritornò nelle mani dei Malaspina per circa tre secoli.
Una seconda e definitiva distruzione (a cui non seguì una nuova ricostruzione, ma solo un riadattamento delle parti ancora in buono stato) il castello di Madrignano dovrà ancora subire tra il
1705 e il
1706[1] negli scontri tra gli eserciti franco-spagnoli con gli imperiali austriaci (
guerra di successione spagnola). Il maniero sarà sotto assedio per ben dodici giorni con danni tuttora visibili.
Dal
1772, così come il
castello di Calice al Cornoviglio e i possedimenti viciniori, la proprietà rientrò nei confini del
Granducato di Toscana seguendone le sorti. Con il
Regno d'Italia il castello fu adibito a
prigione[2] e a
caserma. Danneggiato dal
terremoto che colpì la
Garfagnana e la
Lunigiana nel
1920[2], subì ulteriori danneggiamenti nei diversi
bombardamenti aerei alleati nella
seconda guerra mondiale[2].
Solamente nel
1980[2] - dopo decenni di abbandono - furono intrapresi mirati interventi di recupero e consolidamento della
facciata, lavori però che nel suo intero complesso non furono completamente portati a termine per mancanza di fondi
[2]. Attualmente
[3] il sito è in fase di restauro.